Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Piacevole (Il) e Nuovo Giuoco Novamente Trovato Detto Pela il Chiu 
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primo autore: Brambilla Ambrogio 
secondo autore: Brambilla Ambrogio 
anno: 1589 
luogo: Italia-Roma 
periodo: XVI secolo (4°/4) 
percorso: Gioco con i dadi 
materiale: carta (paper) (papier) 
dimensioni: 445X612 (404X523) 
stampa: Acquaforte (taille-douce) (ecthing)  
luogo acquisto: Italia-Portoferraio 
data acquisto: 10-06-1997
dimensioni confezione:  
numero caselle: 56 
categoria: Lotterie, fortuna, gioco d'azzardo 
tipo di gioco: Gioco con i dadi  
editore: Giovanni Battista di Lazzaro Panzera da Parma 
stampatore: Giovanni Battista di Lazzaro Panzera da Parma 
proprietario: Collezione L. Ciompi - A. Seville - Libreria Emiliana snc, Venezia 
autore delle foto: L. Ciompi - A. Seville - Libreria Emiliana, Venezia 
numero di catalogo: 448 
descrizione: Gioco di 56 caselle non numerate disposte su due ellissi (ovati). Ogni casella presenta una figura ed una combinazione di dadi. Le combinazioni vincenti o perdenti sono indicate con le sigle P (paga), T (tira). La sigla Q (quattrini) indica la posta da pagare o ritirare. In basso a sinistra sigla "AB", Ambrogio Brambilla; al centro sigla "-MBR-F- [(AM)brosius (BR)ambilla (F)ecit]". Tutti gli esemplari in archivio sono delle ristampe. L'esemplare della Civica Raccolta A. Bertarelli è l'unico che conserva il logo dell'ideatore Ambrogio Brambilla. Il British Museum ha un esemplare del gioco con il suo monogramma cioè la scritta al centro "Romae Baptiste Parmensis formis 1589" che identifica Giovanni Battista di Lazzaro Panzera, incisore e stampatore parmense che aveva una bottega nel Borgo a Roma (British Museum N. Inv.: 1869,0410.2460.+). La lastra di rame è ancora esistente e ci sono state numerose ristampe tra cui un esemplare della fine del XIX secolo conservato al British Museum, con marchio a secco: "Regia calcographia di Roma". Queste riedizioni omettono il riferimento a Panzera ma mantengono il monogramma. Tutte queste stampe hanno un errore: manca il tiro con la combinazione 5.3.3. che dovrebbe apparire nella casella "Brentador" dove troviamo invece 5.4.2. nell'originale e 5.5.3. nelle ristampe successive.
Negli angoli:
-in alto a sinistra:
"Questo foglio il bel gioco t'appresenta / Di Pelalchiv venuto in luce adesso / Col qual si fugir l'otio ti talenta / Ti potrai trattener tal hor con esso / Ma qui no(n) ti pensar che si consenta / Giocar per vitio che no(n) t(i) é concesso / Ma se (i)l tempo utilme(n)te spende(re) v(u)oi / Gioca per spasso e tira se tu poi.";
[This sheet presents you with the beautiful game of "Pluck the Owl" which has now come to light with which, if you like to escape from idleness, you can sometimes entertain yourself. But here (in this game) don't think that it is permitted to play for vice because it is not allowed to you. But if you want to spend the time usefully play for fun and if you can, roll (the dice).]
-in basso a sinistra:
"Con sei quattrini un pezzo allegramente / Puoi star, e haver un(o) spasso d'eccelenza / Ma perchè sappi il tutto intieramente / Del gioco ti dirò la continenza / Prima piglia tre dadi et habbi mente / Al ponto che trarrai con diligenza / E come quel ch'ai fatto haverai notato / Cerca quel ponto attorno a quest'ovato."; ("AB")
[With six coins (quattrini) you can merrily stay a little and have excellent entertainment. But so that you know everything, I'll tell you the content of the game. First take three dice and diligently (carefully) remember the point (combination) you make. And when you have noted the point that you made, look for that point in this oval.]
-in alto a destra:
"Come hai trovato il punto che fatt'hai / Guarda quella figura li diritto / E second'essa ti governerai / Per che quel ch'ai a far troverai scritto / E s' haverai da tirar, tu tirerai. / S'hai da giontar anchor starai al ditto / Chi T. tira vuol dir. P. paga o gionta / E Q. quatrini il numer poi si conta";
[Once you have found the point (the combination) that you have made, look at that figure and act accordingly because you will find written what you have to do; and if you have to take, you will take (from the pool). If you have to add, you will do as indicated; Who (obtains) T means takes (withdraws), P pays or adds and Q coins (quattrini) the number is counted later.]
-in basso a destra:
"Quei che nel fine il ponto scontrarano / Come a Farina (vedi NOTA) tirano i denari / Con l'honoranza e quei che più farano / Giontano sin che al numero sien pari; / E la metà le riffe tireranno. / Del gioco sempre e acciò che siate chiari / La riffa de diciotto l'altre avanza / Tira ogni cosa et ancho l'honoranza."
[Those who in the end find the point, as at Farina (see NOTA) take the coins, with the honoranza. And those who would play on must add in equal numbers. And the "riffa" (combinations of 3 equal numbers) will take half. For clarity, in the game the "riffa" of eighteen (combination of three 6) it surpasses the others throws and takes everything and also the "honoranza"].
REGOLE: nelle singole caselle.
CASELLE: con didascalia e combinazione di dadi.
Ellissi esterna (in senso orario, dal centro):
ONORANZA: TUTTI (6,6,6); BICCHIERI: T.1. Q. (3,1,5) ; MINGONE: T.2. Q. (4,4,5);
STECCALEGNE: T.2. Q. (5,1,6,); L'ORBO: T.1. Q. (6,3,3); IL MATTO: NULLA (3,6,6) ;
PELALCHIV: LA META (5,5,5); ORTOLANA: T.3. Q. (4,2,6); CAGAROLA: P.4. Q. (1,1,6);
RETICELLE: P.2. Q. (4,1,4); MAGNANO: P.4. Q. (2,2,4) ; COCCHIO: P.2. Q. (1,2,2);
PELALCHIV: LA META (4,4,4); CIAMBELLE: T.1. Q. (3,2,2); RVFIANA: P.8. Q. (2,2,5);
TRIPPE: T.2. Q. (6,2,2) ; TESTI: T.1. Q. (4,1,5) ; TRAPOLA: P.6. Q. (1,1,2) ;
PELALCHIV: LA META (3,3,3); VILANO: P.2. Q. (1,1,3) ; SOLFINELLI: T.1. Q. (1,1,4);
PETINELLE: P.1. Q. (1,1,5); PASTA P(ER) TOPI: P.3. Q. (1,2,4) ; CORDELLE: P.1. Q. (1,2,5);
PELALCHIV: LA META (2,2,2); BERETTARO: P.1. Q. (1,6,2); LIMONI: T.2. Q. (3,4,5);
SPAZACAMIN: P.2. Q. (2,5,4); ACQUAROLO: T.6. Q. (2,3,6); AQUAVITA: P.1. Q. (4,4,2);
PELALCHIV: LA META (1,1,1); FORNARO: T.2. Q. (5,2,3,); VENTAROLE: P.3. Q. (3,4,1) ;
BRENTADOR: T.4. Q. (5,3,5); IL LETTO: T.1. Q. (2,3,1); CINGANA: P.5. Q. (3,3,2);


Ellissi interna (in senso orario, dal centro):
TODESCO: T.2. Q. (4,6,1); IL BABVINO: P.3. Q. (4,3,4); IL BARBARO: T.4. Q. (6,6,4);
IL TURCO: P.6. Q. (6,5,6); IL SALTARINO: T.3. Q. (4,4,6); L'ASTROLOGO: P.2. Q. (4,6,3);
FRANCATRIPE: T.2. Q. (6,1,6); CARDONE: T.2. Q. (6,5,2); PEDROLINO: T.2. Q. (5,6,3);
BACHO: T.6. Q. (3,6,1); PANTALONE: T.3. Q. (6,2,6); SATIRO: T.1 Q. (5,5,6);
CVPIDO: P.6. Q. (3,4,2); TRASTVLLO: T.1. Q. (3,3,4); IL TEMPO: T.3. Q. (5,4,5);
FRANCESCHINA: T.2. Q. (5,1,5) ; GRATIANO: T.1. Q. (3,3,1) ; TIRSE: T.2. Q. (5,2,5);
CLORO: T.1. Q. (5,3,5); L'IGNORANZA: P.12. Q. (6,5,4).


Il gioco si basa sul calcolo delle probabilità cioè sono 56 le combinazioni che si possono avere con tre dadi, corrispondenti al numero delle caselle distribuite nei due ovati. La corretta enumerazione delle probabilità con tre dadi, che consentisse il calcolo delle probabilità di ogni tiro, non era nota in Europa fino a buona parte del XVII secolo. Sebbene Gerolamo Cardano avesse esposto i fondamenti della teoria della probabilità nel suo libro, "Liber de ludo aleae", scritto intorno al 1564, questo non venne pubblicato fino al 1663. Il primo trattato sull'argomento ad essere ampiamente diffuso fu il "Libellus de Ratiociniis in Ludo Aleae", di Christiaan Huygens, pubblicato nel 1657. Fu il primo testo pubblicato sul calcolo delle probabilità e rimase il libro di testo standard sull'argomento per il mezzo secolo successivo. La diffusione del Gioco della Civetta è a cavallo di questa data ed è interessante prendere in esame fino a che punto il gioco sia stato influenzato, parzialmente o completamente, da queste considerazioni teoriche. Questo esemplare è di Tipo V (secondo la classificazione di Seville).
Tutti i giochi di questo tipo sono italiani e hanno il titolo "Pela il Chiù". Come esempio di questo tipo viene scelto questo gioco pubblicato nel 1589 da Ambrogio Brambilla. I due ovati concentrici di caselle hanno due lati rettilinei uniti alle estremità da semicerchi. Questa versione del gioco non distingue tra raffe e combinazioni semplici nella distribuzione nelle caselle, sebbene quelle con la Civetta siano sempre distanziate nell'ovato esterno. Sono presenti delle immagini, per lo più di figure umane, inclusi personaggi della commedia dell'arte e venditori ambulanti. I soggetti iconografici sono essenzialmente comuni a tutti i giochi di questo tipo ma con lievi variazioni nella disposizione. I numeri di paga/prendi mostrano una maggiore varietà di dettagli, ma sono ancora in gran parte simili.
Troviamo quindi nei giochi di Tipo V, con la notevole eccezione della versione senza illustrazioni (Arch. n°2780), un corpus di immagini quasi uniforme. Provengono da una vasta gamma di città del Nord Italia, con l'aggiunta di Roma. È chiaro che nella preparazione delle matrici sono state eseguite molte variazioni, e ovviamente non è possibile essere certi sulla sequenza delle date di stampa. L'attività del Remondini nel ristampare esempi del gioco di "Pela il Chiu" (e altri) senza cancellare i dettagli dell'editore originale, rende certamente complicato lo studio di questi giochi.

NOTA
La Farina was a dice game, with a similar rule, that a given throw took all the stakes. Dadi da farina (dice for farina) are mentioned in Citolini’s Tipocosmia of 1561. These dice are called farinacci (Spanish: harinillas) and their nature is specified in a Spanish-Italian dictionary of 1638:
Harinillas: si chiamano "I farinacci", cioé i sei dadi segnati da una banda sola
and further clarified in another dictionary of the time:
A kind of Italian dye (die): Farinacci, sono sei dadi segnato ciascuno solamente d’un punto; six dez marquez seulement d’un point, fort usitez en Italie. [six dice marked only on one face, much used in Italy].
Another Italian game of three dice, Carica l’Asino (Load the Donkey) has a more explicit reference in its rules to the Farina game:
Il gioco e simile a quello da Farina perché finché non si fa il punto che leva tutti i denari non si puo finire. [The game is like that of Farina because it does not finish unless the point is made that takes all the money].
Of this game, Alberto Milano writes that the oldest example is that published by Giovanni Antonio De Paoli at Rome in 1590, thus almost contemporary with the Brambilla game.
Ulrich Schädler has clarified that the game of Farina is the same as the game of Schimmel. He notes that a [later] Italian-German dictionary has the entry:
“Giuocare a farina oder a farinacci = Schimmeln”
Schimmel is played with six dice, each having only a single face marked with a number, the numbers running from 1 to 6. An all-white throw (no number showing) is called Schimmel (white horse) and no doubt the Italian version got its name, meaning "flour", from such a throw. To finish the game, a throw is required where the sum of numbers showing is exactly the number of stakes in the pool.
(Adrian Seville)

REFERENZA 1
"Il Piacevole e Nuovo Giuoco nuovamente trovato detto Pela il Chiv. Roma. A. B. (Ambrogio Brambilla), fine sec XVI. Xilografia; foglio mm 400x517. Milano: Civica Raccolta di Stampe "Achille Bertarelli", cart. m. 6.1-2. Il nome dello stampatore si evince dal monogramma con cui usava firmarsi Ambrogio Brambilla, tipografo seicentesco. La tiratura però è settecentesca, eseguita con legni originali. Conosciuto anche come "Gioco della Civetta", il Pela il Chiù presenta una struttura che lo avvicina al Gioco dell'Oca, essendo costituito da cerchi concentrici anziché da una spirale. La presentazione del gioco e le semplicissime istruzioni per i giocatori sono poste in rima ai quattro angoli. Al centro, fra due civette incoronate, è indicata la combinazione vincente di tre dadi, 6-6-6, che "tira honoranza (da) tutti". Le figure che affiancano le combinazioni di dadi non hanno alcuna relazione con esse. Vale la pena soffermarsi sulle figure legate al mondo enologico: Bacco, un bicchieraio, l'acquavite, un brentatore, cioè l'addetto al trasporto di vino appena pigiato nell'apposito recipiente conico di legno fatto a doghe, la bigoncia."
(Berti Giordano)

REFERENZA 2
"British Museum" © The Trustees of the British Museum (1893,0331.32) (1869,0410.2460.+)
Title:
- (1) "Il Piacevole e Nuovo Giuoco Novamente trovato detto Pela il Chiu";
- (2) "Il Piacevole e Nuovo Giuoco Novamente trovato detto Pela il Chiu".
Materials: paper
Techniques: engraving
Production person: Print made by Ambrogio Brambilla
Published by Giovanni Battista di Lazzaro Panzera da Parma
Date: 1589
Schools /Styles: Italian
Description: Game board with four concentric ovals containing squares with dice alternating with human or theatrical types; in the centre two owls. Engraving
Inscription Content: Lettered with title at top and in centre 'Romae Baptiste Parmensis formis 1589' and the monogram of Brambilla. In the four corners are the rules of the game, beginning "Questo foglio il bel gioco s'appresenta / Di pela il Chiu venuto in luce adesso / Col qual se fugir l'otio si talenta / ti potrai trattener tal hor con esso."
Dimensions: Height: 398 millimetres; Width: 519 millimetres
Curator's comments: (Text from Michael Bury, 'The Print in Italy 1550-1620', BM 2001, cat.103.)
The name of the game means "pluck the owl". It involved throwing three dice, identifying the place that corresponded to the throw on either the inner or the outer oval and then carrying out the written instructions. 'T' means tira that is the instruction to take the number of quattrini ('Q') indicated; 'P' means paga that is the instruction to pay out the number of quattrini indicated. A throw of three sixes takes all. The idea will have been to buy one of these prints and stick it down onto a hard surface of some kind in order to form a game-board. The game is listed in the Vaccari stocklist of 1614 as "Il giuoco del pela Chiù", along with a small group of other games, including the famous "Oca" (Ehrle, 1908, p.62). It also appears in the 1648 De Rossi inventory documenting the division of the inheritance from Giuseppe de Rossi the elder (Consagra, 1993, p. 512). It evidently remained popular, for there were boards still being produced in the eighteenth century (Bertarelli). The language of the inscriptions points to a source in north-east Italy. This example has the address of Giovanni Battista Panzera, an engraver and printer from Parma who had shop in the Borgo in Rome. A number of Brambilla's works carry his address. Perhaps as a result of his contacts in the north of Italy, he had copies made of other prints that had been published there, most importantly Agostino Carracci's two great engravings after Correggio: the Madonna of St Jerome and the Ecce Homo. This is a late (19thc) impression, blind-stamped "Regia calcographia di Roma".

REFERENZA 3
"Il Piacevole e Nuovo Giuoco Novamente Trovato Detto Pela il Chiù".
Incisione in rame, 404X523 mm. Roma inizio del XVII secolo. Ambrogio Brambilla incise la matrice in rame nel 1589 per l'editore Giovan Battista di Lazzaro Panzera di Parma, attivo a Roma negli ultimi anni del Cinquecento (cfr. un esemplare della tiratura originale conservato al British Museum, REG. 1869,0410.2460). Il rame venne poi ristampato durante tutto il Seicento dai De Rossi a Roma, che tolsero il nome di Panzera ma lasciarono il monogramma di Brambilla. Il gioco inventato da Brambilla fu copiato subito da altri editori italiani e servì da modello per la produzione sei-settecentesca italiana del "Gioco del Pela il Chiù". Di conseguenza tutte le caselle relative alle diverse combinazioni che danno luogo a vincite e perdite rimasero fondamentalmente le stesse, con poche varianti.
"Regole e Tavolieri"
Le regole di un gioco condizionano la forma degli strumenti utilizzati: così il tavoliere nei giochi da tavolo o il numero delle carte in un mazzo. Non è quindi possibile comprendere appieno un gioco senza conoscerne almeno le regole fondamentali pur considerando che molti giochi sono varianti di altri e ne seguono la logica di svolgimento. I più antichi fogli di giochi basati sulla combinazione del lancio di tre dadi sono noti in Italia con i nomi di "Pela il Chiù" e di "Carica l'Asino". I due giochi sembrano essere nati quasi contemporaneamente ed in entrambi lo schema serviva a visualizzare le vincite o le perdite in corrispondenza di ogni combinazione possibile e nello stesso tempo a rendere il gioco più variato e piacevole. Nel "Pela il Chiù" le 56 combinazioni di tre dadi erano disposte in caselle all'interno di ellissi concentriche contraddistinte ognuna da una figura di venditore ambulante, di comico o di mendicante. Proprio la presenza delle figure dei venditori confermerebbe che il foglio inciso da Ambrogio Brambilla nel 1589 abbia rappresentato il modello per tutti gli altri stampati successivamente. Infatti fu Brambilla a incidere nel 1582 un foglio contenente le figure dei venditori ambulanti per le vie di Roma e altri fogli dello stesso soggetto, ma con personaggi riprodotti in dimensioni maggiori che richiamano direttamente quelli del suo gioco. Ogni figura del gioco ha un titolo e una didascalia dove è indicato il risultato per mezzo di lettere abbreviate: P per paga, T per tira e Q per quattrino, la più piccola moneta romana dell'epoca. Ogni combinazione di tre numeri uguali (riffa) dava diritto alla vincita di metà dei denari in gioco, mentre la riffa di 6 vinceva tutto, più un premio da ogni giocatore e poneva fine al gioco. Nel "Carica l'Asino" le 56 combinazioni erano invece disposte a scacchiera, e vincite e perdite erano fisse: carica due monete (porre due monete), scarica sei monete (ritirare sei monete). Alle caselle con l'indicazione "nulla" corrispondeva un lancio senza vincita nè perdita. Anche in questo gioco la combinazione vincente era quella dei tre 6, ma alle altre riffe corrispondeva una vincita proporzionale al numero. Nelle regole di tutti e due i giochi si fa espresso riferimento a un gioco di dadi più antico, quello della "farina" le cui regole erano evidentemente molto ben conosciute, ma di cui non risulta essere sopravvissuta una raffigurazione a stampa. Il gioco del "Pela il Chiù" rimase tra quelli maggiormente diffusi fino all'inizio del XIX secolo, mentre "Carica l'Asino" risulta essere stato stampato solo durante il XVII secolo.
(Alberto Milano)

Exhibitions:
- "GIOCHI DA SALOTTO. GIOCHI DA OSTERIA, nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento". Mostra Palazzo Morando, Via S.Andrea 6 Milano, 16 dicembre 2012 - 3 marzo 2013. A cura di Alberto Milano con la collaborazione di Giuliano Crippa.

bibliografia: 1) CITOLINI, Alessandro: "La tipocosmia di Alessandro Citolini, da Serraualle". In Venetia: appresso Vincenzo Valgrisi, 1561, p. 484.
2) FRANCIOSINI,Lorenzo: "Vocabulario español e italiano", Volume 2 Roma: en la Emprenta de la Reu. Camera Apostolica, 1638, p. 428.
3) LA MARINIERE, de: "La Maison Academique: contenant un recueil general de tous les jeux divertissans pour se rejouyr agreablement dans les bonnes compagnies", par le sieur D.L.M. [de La Marinière]. A Paris: chez Robert de Nain et Marin Leché, M.DC.LIV
4) HOWELL, James: Lexicon tetraglotton, an English-French-Italian-Spanish dictionary. London: by J.G. for Samuel Thomson, 1660, p. 532.
5) VINCK, Eugène, Baron de: "Iconographie du Noble Jeu de l’Oye. Catalogue descriptif et raisonné de la Collection de Jeux formé par le Baron de Vinck". 126 Jeux du XVIIIe au débùt du XIXe siècle. FR. J. Olivier Libraire, 11 Rue des Paroissiens, Bruxelles, 1886.
6) D’ALLEMAGNE, H. R. : "Le Noble Jeu de l’Oie", Paris, Libraire Gruend, 1950.
7) NEGRI, Ilio – VERCELLONI, Virgilio: "I Giochi di Dadi d’Azzardo e di Passatempo dei Gentiluomini e dei Pirati" Introduzione di Caterina Santoro, Lerici Milano, 1958.
8) VON WILCKENS, L. : "Spiel, Spiele, Kinderspiel (exhibition catalogue)", Germanisches Nationalmuseums, Nuernberg, 1985.
9) Catalogo Mostra: "Costume e società nei giochi a stampa di Giuseppe Maria Mitelli", Electa Editori Umbri Associati 1988.
10) BERTI, Giordano - VITALI, Andrea: “La vite e il vino. Carte da gioco e giochi di carta”, Fondazione Lungarotti, Edigraf, Roma 1999.
11) BURY, Michael: “The Print in Italy: 1550-1620”, BM 2001.
12) BUIJNSTERS, P.J. and Buijnsters-Smets,L. : "Papertoys", Zwolle, Waanders, 2005.
13) PLOCK, Phillippa - SEVILLE, Adrian: "The Rothschild Collection of printed board games at Waddesdon Manor", in XIIIth Board Game Studies Colloquium, Paris, 14-17 April 2010.
14) DEPAULIS, Thierry: “Trois jeux imprimés du début du XVIIe siècle par la veuve Petit à Paris”, Arbeitskreis Bild Druck Papier , Band 16 2011
15) MILANO, Alberto: "Giochi da salotto. Giochi da osteria, nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento". Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano 2012.
16) DEPAULIS, Thierry: "Three early 17th-century printed games by the Veuve Petit in Paris". In: Of Boards and Men: Board Games Investigated. Proceedings of the XIIIth Board Game Studies Colloquium, Paris, 14-17 April 2010, collected and edited by "Thierry Depaulis", [Paris], 2012, p. 75-89.
17) DEPAULIS, Thierry: "Vaugeois, tabletier, connu et inconnu" (2e partie). Le Vieux Papier fasc. n°422, 2016.
18) PARLAK, Ömer Fatih: "The Image of the Turk in Early Modern Board Games and Playing Cards". PHD THESIS. Universitat Autonoma de Barcelona, 2019.
19) SEVILLE, Adrian: "The Game of the Owl". In: "Vieux Papier", Aprile - Giugno 2021.
 
 
   
 
   
 
   

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