Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Nome autore: Cadorin Matteo 
Nazionalità: Italia 
Città: Padova 
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CADORIN, Matteo, detto Bolzetta
- Editore, libraio e stampatore, documentato a Padova dal 1639, di cui quasi nulla si conosce dalla letteratura dei repertori; è qualificato erroneamente incisore dal Bénézit, mentre già il Mariette e lo Heinecken lo dicono più esattamente editore. Anche lo Zani scrive di lui "pittore, incisore, mercante". Lo Heinecken specifica che "secondo la consuetudine dei mercanti di stampe, egli incise sulle stampe dei suoi fondi solo il proprio nome, creando così molta confusione nella storia dell'incisione". Il soprannome Bolzetta gli venne dai Bolzetta librai ed editori padovani dell'Accademia, noti a noi nelle persone di Francesco e del figlio Pietro, documentato tra il 1593 ed il 1621. Il 17 agosto 1653 Francesco Bolzetta, figlio di Pietro, nomina Matteo Cadorin, marito della nipote Isabella e vivente con lui in casa, erede della libreria al Bo e di "tutti gli strumenti a tal professione spettanti". Da Giacomo Bolzetta, nipote ed erede del testatore, il C. acquisterà il 26 luglio 1655 anche i rami di Francesco (Archivio di Stato di Padova, Archivi privati, Bolzetta, III, processo 4, cc. 35 ss.). Troviamo documentato il C. nella carica di "stimador da libri" presso il Monte di pietà di Padova negli anni 1647, 1658, 1662, con il compito di stimare i libri che, soprattutto dagli "scolari" dello Studio patavino, venivano impegnati al Monte. Questo attesta che egli era libraio ed editore. L'equivoco sulla sua attività di incisore fu soprattutto ingenerato dall'avere il C. contrassegnato solo con il proprio nome sette acqueforti del Carpioni: i sei fogli componenti il fregio con gli Dei del Mare e l'Orazione di Cristo nell'Orto (altre recano il nome dell'artista e del Cadorin). Quasi tutti i contrassegni sono accompagnati dalla parola "forma", il che lascia intravvedere il ruolo del padovano come stampatore oltre che, s'intende, di mercante. In due fogli degli Dei del Mare ricorre anche il locativo "al bò": è cioè indicato il luogo ove il C. teneva bottega, nei pressi dell'università. Accanto ai rami del Carpioni, che rappresentano a tutt'oggi la parte più qualificata dell'attività di stampatore del C., egli licenziò una serie di opere di non alto livello artistico, piante, vedute, carte geografiche, vignette e ritratti. Tutte recano la firma dell'incisore ed un contrassegno che quasi generalmente suona così: "In Padova per Matteo Cadorin" (a significare il ruolo di stampatore).
Nel tomo secondo dell'opera di Alfonso Lasor a Varea, "Universus Terrarum orbis scriptorum calamo delineatus", stampato a Padova nel 1713, compaiono la Pianta di Padova (p. 312), il Forum Patavinum, cioè la basilica o il salone (p. 313) ed il Charotius Patavinus, cioè il Carroccio (p. 313), le due ultime incise da Iacopo Ruffoni (tutte con la scritta "In Padova p. Mattia Cadorin"). In "Agri Patavini inscriptiones sacrae et prophanae" di Iacopo Salomonio (Padova, 1696) è, fuori testo, la carta dell'Agro Patavino; in "Inscriptiones sepulcrales… urbis Patavii" dello stesso autore (Padova 1701) è il Templum Divi Antonii: di incisore ignoto e scarsamente dotato. Tutte queste incisioni, benché compaiano in opere della fine del secolo o dei primi del successivo, hanno forti caratteri secenteschi, il che fa pensare che il C. fosse estraneo al loro impiego in questi anni, forse già morto. Presso il Museo di Padova si conservano anche tre ritratti di illustri patavini incisi da Giovanni Georgi (operoso in Padova tra il 1617 ed il 1656) ed editi dal C.: Giovanni Domenico Sala, Giovanni Leoniceno (datato 1647), Luca Stella (datato 1639). è interessante osservare che in tutti e tre lo stampatore si qualifica come "Matteo Bolzetta" e solo nel ritratto del Leoniceno fa seguire "de Cadorinis".
Va notato infine che un Matteo Cadorino compare come oratore di due orazioni tenute nella cattedrale di Padova nel novembre del 1700 e del 1703 per l'apertura dell'università (Philosophia Ars Vita e Pallas revocata ad togam): probabilmente si tratta di un figlio del modesto libraio ed editore padovano.
(Bruno Passamani in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)

Bibliografia
K. H. von Heinecken: Dictionnaire…, Leipzig 1789, III, p. 483;
P. Zani: Encicl. metodica… delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 196;
A. Bartsch: Le peintre graveur, Vienne 1820, XX, pp. 177-191;
P. J. Mariette: Abecedario…, in Archives de l'art français, I (1851-60), p. 310;
O. Ronchi: Lo "stimador da libri" presso il S. Monte di Pietà di Padova, in Atti e memorie dell'Accademia patavina di scienze lettere ed arti, LXVIII (1955-56), 3, p. 99;
F. Cessi-L. Gaudenzio: Padova attraverso i secoli. Piante, stampe, disegni, Padova 1958, p. 44 e fig. 30;
G. M. Pilo: Incisioni di Giulio Carpioni (catal.), Bassano del Grappa 1962, pp. 14-16, 25 s.; E. Bénézit, Dictionnaire… des peintres… et graveurs, Paris 1966, II, p. 245. 

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