Giochi dell'Oca e di percorso (by Luigi Ciompi & Adrian Seville)

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Jeu du Cheval Pegase dédié aux Favoris d'Apollon

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	primo autore:	Basset
	secondo autore:	Basset
	anno:	1810
	luogo:	Francia-Parigi
	periodo:	XIX secolo (1°/4)
	percorso:	Gioco con i dadi
	materiale:	carta (paper) (papier)
	dimensioni:	465X325
	stampa:	Acquaforte (taille-douce) (ecthing)
	luogo acquisto:
	data acquisto:
	dimensioni confezione:
	numero caselle:	12
	categoria:	Mitologia, occultismo,esoterismo
	tipo di gioco:	Gioco con i dadi
	editore:	Basset Parigi
	stampatore:	A Paris Chez Basset M. d'Estampes, rue St. Jacques 64
	proprietario:	Collezione A. Seville
	autore delle foto:	A. Seville
	numero di catalogo:	64
	descrizione:	Gioco con i dadi di 12 caselle, spirale, antiorario. Il doppio sei (Raffa) vince tutto. A differenza del "Gioco della Barca" non ci sono regole per pagare o prendere in base al punteggio riportato con il lancio dei dadi. Ogni giocatore mette nel piatto, incrementandolo, quanto riportato con il tiro: vince chi ottiene il doppio sei (Raffa). REGOLE: al centro. CASELLE: con didascalia. REFERENZA 1 (D'Allemagne, pag. 211): "Jeu du Cheval Pégase dédié aux favoris d'Apollon. Paris, Basset (v.1810). Taille-douce. 46,5x32,5. Jeu de forme ovale à onze cases. Au centre La Rénommée montée sur le cheval Pégase."
	bibliografia:	1) ALLEMAGNE, Henry-René D’: "Le noble jeu de l’oie en France, de 1640 à 1950", Ed. Grund, Parigi 1950. 2) MILANO, Alberto: "Imagerie Parisienne. Basset, tra XVIII e XIX secolo". "Charta" Anno 17 n.100, novembre-dicembre 2008.
		Imagerie Parisienne Basset, tra XVIII e XIX secolo (Alberto Milano)
		“Immagini bellissime assai migliori di quelle di Augusta e di Parigi”. Con queste parole i Remondini pubblicizzavano le proprie stampe nei cataloghi di vendita editi negli ultimi decenni del XVIII secolo. I famosi editori bassanesi, ormai al culmine di una parabola imprenditoriale che li vedeva inseriti in un mercato esteso quanto l’Europa, non avevano timore a confrontarsi con i loro principali concorrenti: gli stampatori di Augsburg nel sud della Germania e di Parigi. In realtà i tanti editori tedeschi e francesi erano più che altro specializzati solo in alcuni dei settori toccati dagli intraprendenti italiani e soprattutto ben pochi poterono vantare un così lungo periodo di attività. RUE SAINT JACQUES La dinastia europea che più si avvicina ai Remondini sia come tipologia delle immagini prodotte che come durata tra XVIII e XIX secolo è quella dei Basset di Parigi. Il fondatore di questa celebre stamperia fu L. Basset, che all’inizio del Settecento si installò al numero 670 della rue Saint-Jacques au coin de celle des Mathurins sotto l’insegna di Sainte-Geneviève. Il numero doveva cambiare all’inizio dell’Ottocento divenendo il 64. La rue Saint-Jacques, non lontana dalla cattedrale di Notre Dame, tra la Senna e la Sorbonne, fu per più di due secoli, tra la fine del XVII e la fine del XIX, la sede di centinaia di librai, stampatori, venditori di stampe, incisori, mercanti d’arte e artigiani in vario modo legati all’arte della stampa. Importanti editori vi aprivano le botteghe mostrando le loro insegne rinomate: i Bonnart a “l’aigle” e a “le coq”, i Mariette a “les colonnes d’Hercule”, i Jollain a “l’Enfant Jesus”, gli Audan a “les deux piliers d’or”. Numerosi risultano essere stati i matrimoni tra gli appartenenti alle varie famiglie, quindi spesso imparentate fra loro. Durante il periodo rivoluzionario la via fu rinominata rue Jacques, come le altre della città, in omaggio alle nuove idee e questa differenza è ora utile per poter datare le stampe prodotte in quegli anni, che furono tra l’altro caratterizzati da una imponente produzione di carattere politico e satirico. Questi anni turbolenti videro il tramonto di molte importanti dinastie e la nascita di nuovi stampatori che fiutarono per tempo i gusti del pubblico molto più ampio che si interessava alle stampe. L’IMAGERIE DE LA RUE Sotto il nome di “imagerie de la rue Saint-Jacques” si comprende oggi una vasta gamma di immagini stampate da matrici in rame con le tecniche del bulino e dell’acquaforte sia di soggetto sacro che profano. Tra quelle di soggetto sacro furono numerosissime le rappresentazioni di Cristo, della Madonna e dei Santi, le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento e le immagini delle Confraternite. Tra le stampe di soggetto profano si possono elencare le allegorie dei quattro elementi, delle quattro stagioni, delle parti del mondo e dei cinque sensi, sempre riproposte in varianti diverse. Non mancarono certo le stampe con temi amorosi, galanti e romantici e poi le rappresentazioni degli avvenimenti storici e i ritratti, le immagini di attualità, i “cris de Paris” ovvero le immagini dei mestieri esercitati lungo le strade della capitale francese. E poi stampe per paraventi, per parafuoco, ventagli, quadranti di orologio, abat-jour, carte da parati, per passare alle piccole stampe per etichette di liquori e profumi, per biglietti e scatole, involti per bonbons. Si può dire che l’imagerie della rue Sant Jacques coprì una parte importante della produzione di stampe ad alta diffusione francese del periodo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Solo Lione ebbe un’analoga produzione differenziata di stampe ad alta diffusione, mentre gli altri centri si dedicarono essenzialmente alla stampa xilografica. I BASSET I Basset furono gli stampatori più rappresentativi di questo genere e sono giustamente di solito citati tra i primi in ogni bibliografia dedicata all’argomento. Si conosce poco della produzione dei primissimi anni del Settecento, ma il gran salto quantitativo è da riferire all’attività di André Basset, di cui non si conoscono le date di nascita e di morte, che operò tra il 1750 e il 1785. A lui si deve probabilmente il forte ampliamento delle tipologie che divennero tipiche di questo editore. Suo figlio Paul André, che ne seguì con discreta fortuna le orme dal 1785 al 1815, introdusse nuovi tipi di stampe e la ditta all’inizio dell’Ottocento era in buona salute. Paul André riuscì in vario modo a superare il difficile periodo seguito alla Rivoluzione Francese e ad approdare nel nuovo secolo con una produzione più adatta ai tempi, legata al teatro, alla satira di costume e alla caricatura che in quel momento erano grandemente in auge. Tra il 1833 e il 1836 la ditta passò a Hocquart, ma i Basset ne rientrarono in possesso per condurla fin verso la metà del secolo. Si conoscono poche stampe di questo periodo ed è quindi difficile ipotizzare la causa per cui terminarono la loro attività, se per problemi legati alle persone che ebbero a quel punto la responsabilità della ditta o per i mutati metodi di stampa, oltre che per le diverse richieste del mercato. Certo, come nel caso dei Remondini, la limitata utilizzazione della litografia, che era ormai la principale tecnica di stampa per i fogli a larga diffusione, ebbe un ruolo fondamentale nel far diventare i fogli stampati da Basset non solo troppo costosi ma anche poco appetibili al pubblico. DAI SANTI ALLE VUES OPTIQUE Nel corso di circa centocinquant’anni la produzione dei Basset fu enorme e estremamente variata. Uscirono infatti dalle loro presse i fogli di santi e i soggetti comici e satirici, fogli di giochi, scene dei romanzi più in voga e figurini di moda, scene d’attualità, battaglie, ritratti di uomini e donne celebri per arrivare fino alle carte da parati. Nella seconda metà del XVIII secolo Basset produsse in gran numero le “vues d’optique” cioè quelle vedute principalmente di città caratterizzate dai forti colori azzurro, rosa, verde, che dovevano essere posizionate all’interno di una scatola ottica per poter godere di un particolare effetto prospettico. Le “vues d’optique” furono in Francia una specialità tutta parigina e Basset dopo l’acquisto avvenuto nel 1775 delle matrici in rame per vedute ottiche appartenute agli editori Daumont e La Chaussé divenne il maggior produttore parigino. In quello che era diventato anche uno dei maggiori mercati per i Remondini si ripeteva il confronto tra i due editori. Pur nelle notevoli diversità ambedue avevano identificato nel mercato delle stampe ad alta diffusione quello che sarebbe stato il loro futuro di stampatori. (Alberto Milano)

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