Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Giuoco dei dadi "Nutro". Alla ricerca del Tesoro di Menelick 
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primo autore: Riccioni E. - Milano 
secondo autore: Riccioni E. - Milano 
anno: 1936 
luogo: Italia-Milano 
periodo: XX secolo (2°/4) 
percorso: Percorso di 75 caselle numerate 
materiale: carta (paper) (papier) 
dimensioni: 410X565 (355X530) 
stampa: Cromolitografia 
luogo acquisto: Italia-Genova 
data acquisto: 12-11-1996
dimensioni confezione:  
numero caselle: 75 
categoria: Propaganda 
tipo di gioco: Gioco di percorso  
editore: Società Anonima “Laboratori Scientifici”, via Correggio 18, Milano 
stampatore: Off. Graf. S. Tavella&C. Milano 
proprietario: Collezione L.Ciompi 
autore delle foto: L. Ciompi 
numero di catalogo: 524 
descrizione: Gioco di 75 caselle numerate, spirale, antiorario, centripeto, pubblicitario della Ditta Nutro e anche di propaganda del regime Fascista.
In basso: "Distribuzione Autorizzata per tutto il Regno della R. Questura di Milano in data 17 Aprile 1936-XIV. Ai sensi degli Articoli 113 legge P. S. e 217 relativo regolamento".
Al retro: carta geografica dell'Africa Orientale e la descrizione delle proprietà dei dadi Nutro e dei suoi componenti.
In Basso: "Autorizzazione della R. Prefettura di Milano in data 15 aprile 1936 - XIV, N° 21874".

REGOLE: nel centro.
Giuoco dei Dadi "Nutro". Alla ricerca del Tesoro di Menelick.
Regole del Giuoco: Mediante i dadi si stabilisca l'ordine di partenza dei giuocatori, si fissi la posta e ciascuno la versi al banco. Il giuocatore che al primo getto forma il N. 9 con 5 e 4 salta al 27 (bandiera). I numeri rossi rappresentano le soste, i pericoli e le fortune. Chi va al 15 dovrà rimanere e pregare in chiesa, perdendo un giro di turno. Chi va al 23 è costretto a tornare indietro al N. 10. Chi va al 28 guadagna un posto e passa al 29. Chi giunge al 33 incontra i Dervisci combattenti e ritorna indietro al N.19 per chiedere il valido aiuto degli Ascari. Chi arriva al 34 sarà stanco del viaggio e riposerà per un giro a meno che preferisca pagare nuovamente la posta e proseguire, ripetendo il getto dei dadi. Chi arriva al 36 dovrà esporre la bandiera che troverà al 27. Chi arriva al 43 guadagnerà due posti ed andrà al 45. Chi va al 46 troverà gli schiavi e per liberarli informerà i Dubat ritornando al N. 41. Chi giunge al 51 si incontra con un gruppo di guerrieri abissini che farà fuggire lanciando la bomba che troverà al N. 54. Il fortunato che capita al 52 abbrevierà il suo viaggio portandosi in areoplano fino al N.69, ingresso della grotta del tesoro di Menelik. Chi va al 60 troverà i razziatori che gli imporranno di pagare doppia posta per essere per essere lasciato libero: se però il giuocatore non vorrà pagare, potrà ricorrere per questa seconda volta ai carri armati del N. 25. Chi va al 62 si sperde in un bosco ed è costretto a rimanervi fino a quando un altro giuocatore non lo vada a liberare nel qual caso il salvatore resterà al posto del liberato. Al 66 si guadagnano 3 posti portandosi al 69. Chi giunge al 68 guadagna un posto. Sulle figure dove sono segnate le capsule di "Nutreina" e i dadi "Nutro" (numeri 6, 18, 30, 40, 55, 67) è vietato soffermarsi: chi vi arriva prosegue, ripetendo il numero già fatto e se vi arriva di nuovo prosegue ancora. Chi arriva al 69 giuocherà con un solo dado e chi oltrepassa il numero 75 retrocede di tutti i numeri eccedenti. Il giuocatore che arriva al numero 75 ha vinto il "Tesoro" costituito dalla posta di tutti i partecipanti al Giuoco dei dadi "Nutro".


CASELLE: con didascalia.
Cas. 1): Partenza; Cas. 2): Delfino; Cas. 3): Suez; Cas. 4):Massaua; Cas. 5):Carovana; Cas. 6):Nutreina; Cas. 7): Fitaurari; Cas. 8): Guerriero; Cas. 9):Baobab; Cas. 10): Maiale; Cas. 11): Abissina; Cas. 12): Frate Copte; Cas. 13): Degiacc; Cas. 14): Cagnasmacc; Cas. 15): Chiesa Abissina; Cas. 16): Banane; Cas. 17): Elefante; Cas. 18): Nutro; Cas. 19): Ascari; Cas. 20): Ragazzo; Cas. 21): Miniera d'Oro; Cas. 22): Ligg Jasu; Cas. 23): Ailé Selassié; Cas. 24): Serpentario; Cas. 25): Carro Armato; Cas. 26): Nomade; Cas. 27): Bandiera; Cas. 28): Medaglia Bronzo; Cas. 29): Beni Amer; Cas. 30): Nutreina; Cas. 31): Leone; Cas. 32): Re Giovanni; Cas. 33): Dervisci; Cas. 34): Riposo; Cas. 35): Soldato; Cas. 36): Fede; Cas. 37): Parroco; Cas. 38): Makallé; Cas. 39): Sanzioni; Cas. 40): Nutro; Cas. 41): Dubat; Cas. 42): Scimmia;Cas. 43): Megaglia Argento; Cas. 44): Festa; Cas. 45): Talleri; Cas. 46): Schiavi; Cas. 47): Adua; Cas. 48): Ras; Cas. 49): Tukul; Cas. 50): Taitù; Cas. 51): Imboscata; Cas. 52): Aeroplano; Cas. 53): Suonatore; Cas. 54): Bombardamento; Cas. 55): Nutreina; Cas. 56): Re Teodoro; Cas. 57): Selassié Gusgà; Cas. 58): Notabile; Cas. 59): Taccazé; Cas. 60): Razziatori; Cas. 61): Dum-Dum; Cas. 62): Bosco; Cas. 63): Barambaras; Cas. 64): Donna; Cas. 65): Tigre; Cas. 66): Medaglia d'Oro; Cas. 67): Nutro; Cas. 68): Milite; Cas. 69): Grotta; Cas. 70): Fortino; Cas. 71): Sull'Asino; Cas. 72): Sudanese; Cas. 73): Uebi Scebeli; Cas. 74): Addis Abeba; Cas. 75): Tesoro di Menelik.

REFERENZA 1
Il gioco lanciato dalla Società Anonima “Laboratori Scientifici” di Milano, dal titolo "Giuoco dei dadi “Nutro” - Alla ricerca del tesoro di Menelick", e stampato delle “Officine Grafiche S. Tavella&C di Milano, riprende il sistema comunicativo della contaminazione fra promozione dei prodotti alimentari dell’azienda e propaganda politica del regime. Esso si configura come un semplice gioco dell’oca, cioè un percorso di 75 caselle (anziché di 63) che si snoda lungo una spirale di senso antiorario e in direzione centripeta. Si parte dall’alto del lato sinistro del tabellone secondo uno schema utilizzato in molti tavolieri ed in periodi diversi. L’ovale centrale individuato dalla spirale, generalmente considerato il “giardino dell’oca”, qui è dedicato alla esposizione del titolo e del regolamento che, occorre evidenziarlo, si discosta in modo considerevole dalle regole classiche. Il ruolo dell’oca che fa raddoppiare il punteggio ottenuto dal lancio dei dadi è assunto dalle icone della Nutreina e del dado Nutro che si ripetono alternativamente. La Nutreina, “brodo concentrato insuperabile, estratto di albumine vegetali peptonizzate” è presente nelle caselle nn. 6, 30, 55; mentre il dado Nutro, “a base di estratti vegetali; sano, squisito, economico, si trova sempre nella cucina della massaia intelligente”, è presente nelle caselle nn. 18, 40 e 67. Sul retro del tavoliere figurano altre immagini degli stessi prodotti con opportune didascalie, accanto ad una dettagliata carta geografica dell’Africa Orientale Italiana, costituita dal conquistato impero Etiope e dall’annessione delle colonie dell’Eritrea e della Somalia Italiana. Questo abbinamento sposta l’attenzione dei giocatori verso la prospettiva politica esibita lungo tutto il percorso del gioco sulla facciata principale.
La maggior parte delle caselle è destinata a rappresentare la realtà africana secondo i consolidati parametri ideologici del fascismo che sottostavano alla richiesta della costruzione di una coscienza coloniale ed imperialista nelle giovani menti. Come nella narrazione di regime attraverso il libro di testo scolastico unico controllato dal ministero dell’Educazione Nazionale e della stampa periodica destinata ai ragazzi, anche in questo gioco l’Africa è vista come un luogo non completamente esplorato, oscuro, ricco di flora sconosciuta, abitato da animali strani, pericolosi, aggressivi. Il taglio esotico dell’ambiente naturale viene automaticamente proiettato verso la popolazione nei suoi diversi gruppi etnici e descritta come selvaggia, barbara, minacciosa o ingenua dedita alle razzie e comunque riottosa alla dominazione italiana. Si tratta dunque di una svalutazione razzista della popolazione conquistata che mira soprattutto al consolidamento di una ricostruita identità tutta italiana connotata da un senso di superiorità in quanto razza “bianca” e di cultura europea. Anche alla classe politica, rappresentata dai vari imperatori etiopi e delle loro famiglie, il gioco riserva un severo giudizio. Senza alcun ordine temporale, il giocatore si imbatte nelle figure di Ligg Jassu, Hailé Selassié, Re Giovanni IV, Taitù Batùl (superba e dispotica moglie di Menelick), Re Teodoro II, Menelick II. Un susseguirsi di re e regine che, a partire dal 1855, con Teodoro II, avevano tentato la costruzione di una Etiopia moderna riunita in un unico grande impero, ma il cui progetto non si è realizzato a causa di gravi contrasti relativi alle legittime successioni, intrighi di palazzo, tradizioni politico-religiose, complicati rapporti con le potenze coloniali europee. La valutazione più negativa è riservata all’imperatore Hailé Selassié che, nonostante la valorosa ostilità alla penetrazione italiana, alla fine è sconfitto, per cui chi incappa nella sua casella (n. 23) è punito con la retrocessione alla casella n. 10 dedicata ai maiali. Il tavoliere racconta nelle settantacinque caselle vari aspetti della vita e della cultura africana da un punto di vista chiaramente ideologico riservandone solo poche all’opera civilizzatrice degli italiani. Oltre ai citati prodotti alimentari, infatti, si nota la presenza della bandiera italiana che apre la cadenza di un numero esiguo di caselle fauste. Lungo il cammino si incontrano caselle con medaglie di bronzo, di argento e di oro che, nel ricordare il valore dei soldati italiani, permettono di avanzare di un numero particolare di posti. Lo stesso trattamento si riscontra nelle caselle che puniscono gli atti di guerriglia condotta dagli etiopi riottosi che provocano l’intervento repressivo dell’aeronautica e dei militari italiani esemplificati dalla Camicia Nera della casella n. 68. Non mancano le citazioni di importanti eventi che hanno segnato pesantemente le vicende della guerra e la vita degli italiani. La casella n. 36, che fa retrocedere alla casella n. 27 (bandiera italiana), ricorda il grande sacrificio degli italiani che donavano le loro fedi nuziali di oro allo Stato nel contesto dell’autarchia voluta dal regime in risposta alle sanzioni comminate all’Italia dalla Società delle Nazioni il 18 novembre 1935, ricordate nella casella n. 39.
Vince la partita chi riesce a raggiungere per primo la casella n. 75 guadagnando il tesoro di Menelick. Esso è costituito dalle poste iniziali dei partecipanti. Ma sarebbe misera conclusione se la ricerca ludica del tesoro dell’imperatore etiope che ha sollecitato la loro fantasia si concludesse con la semplice assegnazione delle scommesse. Nelle intenzioni dell’autore non mancava certamente quella di corroborare col gioco la coscienza coloniale ricorrendo all’immaginario infantile sensibile alla curiosità irrefrenabile ed alla incontenibile voglia di avventura. Ad un contesto esotico di questo tipo rimanda appunto il tesoro imperiale e ciò anche in sintonia con la curiosità dell’Europa agli inizi del Novecento verso i tesori nascosti di antichi imperi, particolarmente dell’Africa. Il tesoro di Menelick era avvolto da un’aureola di mistero dovuta all’affascinante leggenda di conservare, insieme con un ingente patrimonio di oggetti imperiali in oro finemente lavorato e decorato con pietre preziose, l’Arca dell’Alleanza che Dio incaricò Mosè di costruire come segno tangibile della sua presenza in mezzo al popolo ebraico e per conservare le tavole dei Dieci Comandamenti. Il re d’Israele Salomone, figlio e successore del re David, celebrato per la sua proverbiale saggezza, aveva fatto costruire un locale sotterraneo sotto il Tempio di Gerusalemme dove nascondere l’Arca per proteggerla da eventuali attacchi di nemici e dalla distruzione del Tempio. Secondo antichissime tradizioni orali, raccolte poi nel medioevo nel testo sacro etiope Kebra Neghèst (Libro della Gloria dei Re), Makedda, la ricchissima regina di Saba, regno nel territorio dell’attuale Etiopia, verso gli inizi del primo millennio a.C., si recò da Salomone per mettere alla prova la sua grande saggezza, ma ebbe da lui anche un figlio, Menelick I, che diede origine alla dinastia divina dei Salomonidi in Etiopia. Con la complicità della madre che voleva fondare in Etiopia una nuova Sion, Menelick I riuscì a trafugare l’Arca portandola ad Axum. Da qui una lunga serie di spostamenti successivi per garantirne la sicurezza, compresi quelli nelle chiese delle isole nel lago di Tana, ha fatto sì che l’Arca arrivasse nel tesoro di Menelick II, il 223° discendente di Menelick I ed imperatore dal 1889 al 1913, la cui effige è appunto riportata nella casella n. 75.
Menelick II custodiva il suo tesoro nei sotterranei del palazzo imperiale di Addis Abeba costruito per volere della moglie Taitù Batùl. Non si conosce la consistenza del tesoro la cui opulenza e magnificenza si spalmava su circa tre mila anni di storia stimolando domande e dubbi ricchi di fascino e di mistero fino ai recessi del mito. E l’autore del gioco lascia trapelare la leggenda che il tesoro fosse custodito anche in grotte segrete come suggerisce la casella n. 69 in cui si può facilmente arrivare grazie al beneficio che offrono le caselle fortunate dei nn. 62, 66 e 68, e da lì perdersi nelle viscere della terra africana nella favolosa ricerca di ricchezze a lungo rimaste inoperose. A questa logica del gioco tuttavia manca una reale volontà conoscitiva del ricchissimo patrimonio storico, culturale e religioso specifico del territorio africano appena conquistato. Le è più confacente invece la costruzione di una ideologica coscienza coloniale che si serve della curiosità per l’inconsueto al fine di giustificare una superiore identità nazionale attraverso il confronto con un “Altro” ed un “Altrove” che non rientrano nelle consuete categorie interpretative della realtà vicina.
(Antonio Negro - Cosimo Giannuzzi)

Exhibitions:

bibliografia: 1) MASCHERONI, Silvia - TINTI, Bianca: “Il gioco dell’oca: un libro da leggere, da guardare, da giocare”. Ed. Bompiani, Milano, pagg. 54-55, 1981.
2) MILANESI, Franco: “Percorsi di propaganda. Giochi dell’Oca e politica nelle tavole italiane de XX secolo”, in “Charta” Anno IV n°19 novembre-dicembre 1995.
3) SEVILLE, Adrian: "The Game of the Goose in Advertising: a Study in Board Game Design", 2021..
4) GIANNUZZI, Cosimo - NEGRO, Antonio - D'AURELIO, Vincenzo: "Viaggio nei Giochi dell'Oca e di Percorso. Geografia, Storia, Araldica." Edizioni Grifo, pagg. 233-234 - Lecce, 2022.
 
 
   
 
   
 
   

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