Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Plaisant (Le) et récréatif Jeu du Renard et la manière d'y jouer  
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primo autore: Anonimo 
secondo autore: Non indicato 
anno: 1790ca 
luogo: Francia 
periodo: XVIII secolo (4°/4) 
percorso: Gioco di strategia 
materiale: carta (paper) (papier) 
dimensioni: 400X280 
stampa: Acquaforte (taille-douce) (ecthing)  
luogo acquisto:  
data acquisto:  
dimensioni confezione:  
numero caselle:
categoria: Mondo animale e vegetale 
tipo di gioco: Gioco con i dadi  
editore: Non indicato 
stampatore: Non indicato 
proprietario: Collezione Privata 
autore delle foto: Privato 
numero di catalogo: 2328 
descrizione: Gioco di strategia. Del gioco esiste anche una versione italiana con titolo "Nuovo Giuoco della Volpe", edita da Pietro e Giuseppe Vallardi.
REGOLE: in basso.
Le jeu du Renard, doit sa naissance aux habitans de la Lydie en Asie qui l'inventerent dans l'intention de se former aux ruses de la guerre et pour découvrir les moyens surs d'etre toujours en garde contre les surprises que Cyrus leur ennemi, qui leur avoit donné le surnom de Poules a cause qu'ils aimoient les plaisirs et le repos; leur tentoit journellement et aussi afin de ce venger de ce Cyrus à qui a leur tour ils donner.t le surnom de Renard.
Ce jeu est aisé et facile à comprendre. On y joue a deux avec les Dames ou Jetons à défaut de Poules de bois ou d'yvoire, au nombre de treize et doivent etre placées dans la partie basse du jeu et le Renard dans la partie haute a volonté, il a la faculté en suivant d'un rond à l'autre ainsi que cela ce pratique au jeu de Dames françois d'aller de haut en bas et de bas en haut, à droite à gauche et en travers. Le Poules au contraire ont la facilité de monter de bas en haut et d'aller à droite ou à gauche mais elles ne doivent jamais redescendre. La finesse de ce jeu est de poursuivre contrinuellement le Renard et de faire en sorte qu'il ne puisse aller ni venir. Le Renard prend toutes les Poules qui sont seules et a découvert en conséquence le joueur qui a les Poules doit donc faire tout son possible qu'elles soient toujours ensembles et que le Renard ne puisse pas pervenir dans la partie basse du jeu attendu que cela lui donneroit plus de facilité pour prendre toutes les Poules. Les bons joueurs démarent les Poules les premieres mais celui qui a les Poules peut permetre de démarer le Ren.d le pre.r car cela lui est avantageux.

CASELLE: mute.

REFERENZA 1
"LE PLAISANT ET RÉCRÉATIF JEU DU RENARD". s. l. n.d. (vers 1790). Taille-douce sur vergé aquarellée (40 x 28 cm.) monté sur carton, pliure centrale, lacet fermoir. Beau jeu du renard et des poules. Les angles du jeu sont ornés de rosaces, le renard et les poules sont peints sur le plateau. Les règles au bas du jeu indiquent que ce jeu très ancien aurait été inventé par les Lydiens.
(Oberlé, Gérard - Pimpaneau, Tristan)

REFERENZA 2
Giochi dell’Assalto
I giochi di assalto al castello o alla fortezza hanno per obiettivo l’acquisizione o lo sviluppo di strategie militari o comunque di affinare la capacità di risolvere problemi in maniera veloce ed efficace. Tutte le relative iconografie si rifanno ad un unico schema di tavoliere costituito da cinque moduli, tipici del gioco del tris, organizzati in forma di croce greca in cui la fortezza da difendere è costituita dal primo modulo in alto; mentre il campo di battaglia è costituito dagli altri quattro moduli.
È difficile rintracciarne l’origine, ma struttura e regolamento fanno supporre che si tratti di successive varianti di antichissimi giochi senza precisa indicazione temporale. Non mancano riferimenti a giochi medioevali del nord Europa, come il Tablut diffuso in Lapponia, l’Halatafl in Irlanda, lo Hnefatafl in Islanda. Altri studiosi pensano ad una evoluzione del gioco arabo El-Qirkat descritto nel manoscritto arabo del secolo X, Kitab el-aghani. Certo è che nel 1283 Alfonso X il Saggio, nel Libro de los juegos da lui curato, nel descrivere giochi e passatempi diffusi nel suo regno di Castiglia, cita il gioco arabo Alquerque, prototipo di quei giochi noti col nome di "De cercar la Liebre", cui, nei secoli successivi, si sono ispirati "Le Renard et les Poules", "Fox and Geese", "La volpe e le oche", "La volpe e le Galline", "Il lupo e le pecore" e simili giochi di caccia.
Gli editori milanesi Pietro e Giuseppe Vallardi, specializzati nella pubblicazione di libri e stampe d’arte, nel loro catalogo del 1824, includevano il "Nuovo Giuoco della Volpe", una incisione in rame colorata molto diffusa in quel periodo, riprodotta successivamente per decenni.
Il taglio educativo del gioco, connotazione tipica dei giochi popolari nel XIX secolo, emerge con chiarezza nella spiegazione presente nella parte inferiore del tavoliere, prima del regolamento, in cui lo inquadra storicamente e ne descrive le finalità. Vi si legge infatti:
Il Giuoco della Volpe deve la sua origine agli abitanti dell’Asia i quali l’inventarono coll’intenzione di addestrarsi nelle astuzie della guerra e di tenersi in guardia contro le sorprese di Ciro loro nemico che gli [sic] aveva soprannominati Galline per la loro inclinazione ai piaceri ed al riposo, ed i rivali suoi per vendicarsi di siffatto epiteto lo avevano nominato la Volpe.
Il tavoliere è reso gradevole dalla ricchezza di dettagli che rimandano ad un ambiente agreste abitato dagli animali protagonisti della sfida.
Uno dei primi esemplari in cui si cerca di inserire espliciti riferimenti militari nell’innocuo ambiente rurale dei giochi di caccia è costituito certamente dal "Jogo do Assalto" conservato nel museo di Angra do Heroismo, città portoghese situata nella regione autonoma delle Azzorre, sull’isola Terceira. Il gioco è la riproduzione, curata dalla direzione del museo (MAH), del disegno acquerellato intitolato "Isto hé un Assalto", creato dal politico e militare João Francisco de Oliveira Bastos nel 1829, durante la guerra civile portoghese (1828-1834). La guerra, conosciuta anche come “Guerra dei due fratelli”, vedeva contrapposti per la successione al trono il primogenito del defunto re Giovanni VI, Pietro I del Brasile, di ispirazione liberale e favorevole alla concessione di una costituzione, appoggiato dalla Francia e dall’Inghilterra, ed il fratello Michele, di ispirazione assolutista e tradizionalista, appoggiato dalla Spagna, dall’Austria e dalla Chiesa cattolica. Oliveira Bastos, difensore degli ideali liberali, fu fatto prigioniero e nel mese di agosto del 1829 fu rinchiuso nella fortezza di “São Julião da Barra” a Lisbona, dove rimase fino al 1833, quando le truppe liberali entrarono a Lisbona.
L’acquerello riproduce in modo essenziale il classico gioco di caccia in cui il primo modulo superiore è fortificato agli spigoli da quattro bastioni, simbolo del forte di San Giuliano collocato sulla riva destra del fiume Tago, da sempre considerato il più importante baluardo difensivo del Portogallo e dove l’autore era rinchiuso. Il gioco è inserito in un ambiente ancora campagnolo (presenza di numerosi alberi e due casette) in cui spicca un solo soldato, sineddoche simbolica dell’esercito liberale cui spetta il ruolo di conquistare la fortezza.
Tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento, però, le decorazioni naturalistiche hanno ceduto il posto a rappresentazioni grafiche, talvolta anche accurate, riconducibili ai principali avvenimenti militari o coloniali delle potenze europee.
In Francia, la affermata “Imagerie d’Épinal” di Charles Pellerin, litografo ed editore, verso il 1890 aveva messo in commercio una cromolitografia dal titolo "Jeu du Siége de Sébastopol", un gioco di strategia militare che, secondo Franco Milanesi, si è diffuso in India durante la dominazione inglese. I due giocatori assediati nella fortezza del primo modulo si difendono dall’assalto di 24 attaccanti distribuiti negli altri moduli. Lo scenario di guerra è realisticamente rappresentato dall’organizzato esercito inglese che, al comando di esperti ufficiali, bombarda la fortezza o si espone allo scontro corpo a corpo, replicando l’epica conquista alleata del forte di Malakoff a conclusione dell’assedio di Sebastopoli in Crimea nel 1855.
Un altro gioco d’assalto, ma senza titolo, è presente nel panorama editoriale ludico a cavallo dei due secoli. È una cromolitografia dell’editore parigino Charles Watilliaux presente a Parigi dal 1874 al 1908 e specializzato in giochi di società, di percorso, di rompicapo, di pazienza. Il campo di gioco è inserito in una concitata guerra. La scenografia riporta a quella di Crimea e rappresenta una flotta che attacca la fortezza dal porto con gli alleati che avanzano da destra ed i Turchi che da sinistra si scontrano frontalmente con i nemici. Lo stesso gioco è stato riproposto con diverso logo dagli editori Revenaz e Tabernat dopo aver acquisito l’azienda di Watilliaux.
L’editore Mauclair-Dacier, esperto in giochi di società, scientifici ed istruttivi, attivo a Parigi tra il 1891 ed il 1930, intorno al 1900 pubblicava un gioco d’assalto, senza titolo, ma facilmente riconducibile alla spedizione coloniale francese del 1895-96 in Madagascar. L’autore Ludovic contestualizza il gioco in una cruenta scena d’assalto del 200° reggimento “Madagascar”, come si legge nella bandiera retta da un alfiere all’attacco, costituito da 550 volontari, che, a causa di gravi malattie e febbri, fu completamente decimato.
Anche nella editoria popolare spagnola di giochi e di immagini si è fatta sentire l’influenza artistica delle stamperie francesi di Épinal, in particolare di Pellerin. Già verso la fine del secolo, infatti, a Barcellona operava la “Estamperia económica Paluzie” che al numero 925 del catalogo presentava il suo Juego del Asalto. Il tavoliere presenta il terreno del gioco inserito in due scene della “Prima Guerra del Rif” (1893-94) combattuta tra la Spagna che si apriva alla colonizzazione del Marocco e le tribù montane del nord marocchino: l’artiglieria e la cavalleria spagnola, da destra, attaccano e respingono rovinosamente i guerriglieri berberi, riconoscibili dal caratteristico fez rosso in testa, mentre difendono il loro territorio.
(Antonio Negro)

Exhibitions:
- "Stampe popolari lombarde dell'800". Catalogo Mostra a cura di Giorgio Lise (Luglio - Settembre 1977, Rotonda di Via Besana) Comune di Milano, Ripartizione Cultura e Spettacolo.
-“Fabbrica di immagini, gioco e litografia nei fogli della Raccolta Bertarelli”. Catalogo Mostra 13 maggio-13 luglio 1993, Spazio Baj-Palazzo Dugnani. Ed. Vangelista, Milano.

bibliografia: 1) LISE, Giorgio: "Stampe popolari lombarde dell'800". Catalogo Mostra a cura di Giorgio Lise (Luglio - Settembre 1977, Rotonda di Via Besana) Comune di Milano, Ripartizione Cultura e Spettacolo. 1977
2) GANDOLFI, Lia - LISE, Giorgio: “I giochi di carta a Milano”. Strenna dell’Istituto “Gaetano Pini”, Milano 1984.
3) MILANO, Alberto:in “Fabbrica di immagini, gioco e litografia nei fogli della Raccolta Bertarelli”. Catalogo Mostra 13 maggio-13 luglio 1993, Spazio Baj-Palazzo Dugnani. Ed. Vangelista, Milano.
4) GIANNUZZI, Cosimo - NEGRO, Antonio - D'AURELIO, Vincenzo: "Viaggio nei Giochi dell'Oca e di Percorso. Geografia, Storia, Araldica." Edizioni Grifo, pag. 165, Fig. 26, Lecce 2022.


 
 
   
 
   
 
   

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